Il Genoa nega l’abbonamento all’ex presidente Zangrillo che denuncia alla GdF

In un episodio dai contorni paradossali, l’ex presidente del Genoa, Alberto Zangrillo, si è visto negare la possibilità di sottoscrivere un abbonamento stagionale per sé e per suo figlio, presso il ticket office del Porto Antico. Secondo quanto riferito, il rifiuto è stato motivato con la definizione di Zangrillo come “persona non gradita” da parte del club rossoblù.

Zangrillo – noto primario del San Raffaele di Milano e già medico personale di Silvio Berlusconi – ha dichiarato al Corriere della Sera di essere stato accompagnato da un dipendente interno, il signor Marco Trucco, in un locale vicino al desk, dove gli è stato comunicato l’ordine della società: non poteva avere la tessera. Trucco, imbarazzato, avrebbe ammesso di non poter entrare nei dettagli.

Sentendosi umiliato e “poco elegante” la decisione, Zangrillo ha quindi sporto esposto presso il nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Genova. Ha espresso viva amarezza per la situazione, affermando di aver sempre agito nell’interesse del Genoa e sottolineando che l’etichetta di persona non gradita è “un’accusa irricevibile” .

Cause del rifiuto e tensioni tra ex e nuova proprietà

Fonti giornalistiche riferiscono che la società ha negato l’abbonamento sulla base della facoltà statutaria di rifiutare tessere a chi ha “nuociuto al club”. L’opposizione nei confronti di Zangrillo sarebbe legata al suo ruolo di testimone in una vicenda legale tra la holding americana A‑Cap, creditrice degli ex proprietari 777 Partners, e la nuova proprietà del Genoa guidata dall’imprenditore Dan Sucu .

L’attuale proprietà sostiene che Zangrillo stia agendo per A‑Cap in ricorsi contro l’aumento di capitale sottoscritto da Sucu lo scorso dicembre, ricorsi che finora sono stati respinti .

La posizione del club

Il Genoa, tramite un comunicato ufficiale, ha respinto le accuse, affermando che tutte le procedure relative al rilascio degli abbonamenti sono state correttamente applicate secondo regolamenti vigenti. La società ha ribadito che Zangrillo non era titolare della “tessera del tifoso” – un requisito necessario per sottoscrivere l’abbonamento – sostenendo dunque che il rifiuto non rappresenta alcuna discriminazione di natura personale .

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